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POLITICHE INTEGRATE DI PRODOTTO
Parlare
di politiche ambientali di prodotto ha assunto nell’ultimo decennio un
particolare valore. Trent’anni
fa, quando s’incominciò a discutere dell’analisi del ciclo di vita di
prodotto, la situazione era molto diversa dall’attuale. L’attenzione
era rivolta alle azioni di risanamento ambientale, necessarie dopo anni
d’incontrollato sviluppo industriale. I
problemi erano quindi affrontati privilegiando il controllo costante del
territorio e delle attività produttive, a lui strettamente legate, ma
troppo spesso antagoniste coi suoi valori ambientali. Purtroppo
nonostante i miglioramenti ottenuti, c’è ancora molta strada da fare e
non possono essere concessi cali d’attenzione e d’impegno nell’uso di
strumenti di controllo puntuale del territorio. Per
contro, l’attuale consapevolezza di fenomeni ignorati fino ad anni recenti
ha portato l’attenzione verso nuovi metodi d’analisi e strumenti d’intervento,
quali le politiche ambientali di prodotto. Di
qui il ruolo assunto dalla pratica sempre più diffusa d’intervenire sui
temi ambientali partendo dal prodotto, inteso “dalla culla“, le materie
prime, alla “tomba“, lo smaltimento finale. La
valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment-LCA) è lo strumento
che fornisce le necessarie conoscenze sugli aspetti ambientali dei prodotti. Va
rilevato come la tendenza a pensare in termini di ciclo di vita si è talmente
accresciuta negli ultimi anni da diventare un’esplicita impostazione di
pensiero: il LIFE CYCLE THINKING (LCT). Quest’impostazione
è alla base tra l’altro di uno degli strumenti di politica ambientale
maggiormente presenti nel dibattito europeo: le Politiche Integrate di
Prodotto (IPP). L’attenzione
degli Stati Europei verso questo nuovo approccio deriva sia dalla maturazione
delle considerazioni prima svolte, sia dalla constatazione che l’urgenza
posta dal tema ambientale richiede la messa in opera d’azioni, quanto
più complessivo e coordinate. L’impegno
dell’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA) su questi
temi è forte. L’Analisi
del ciclo di vita, conosciuta a livello internazionale come LCA (LIFE
CYCLE ASSESSMENT), può essere considerata l’evoluzione della tecnica di
analisi energetica, i cui primi esempi d’applicazione risalgono alla fine
degli anni sessanta, quando alcune grandi industrie europee e nordamericane
hanno incominciato a rivolgere un interesse particolare ai temi del risparmio
delle risorse (energia e materiali) e del contenimento delle emissioni
nell’ambiente. Da
questo emerge l’attualità della LCA, la nuova metodologia la cui caratteristica
fondamentale è costituita dal modo assolutamente nuovo di affrontare l’analisi
dei sistemi industriali: dall’approccio tipico dell’ingegneria tradizionale,
che privilegia lo studio separato dei singoli elementi dei processi produttivi,
si passa ad una visione sistemica, in cui tutti i processi di trasformazione,
a partire dall’estrazione delle materie prime fino allo smaltimento dei
prodotti a fine vita, sono presi in considerazione in quanto partecipano
alla realizzazione della funzione per la quale essi sono progettati. Quest’impostazione
di studio del sistema produttivo fa parte di una cultura più ampia che
pensa la produzione industriale dal punto di vista del concetto di sviluppo
sostenibile, fase basilare di un possibile nuovo modello d’organizzazione
e management non solo del sistema produttivo, i cui obiettivi sono la
conservazione delle risorse naturali e la minimizzazione degli effetti
delle attività antropiche sull’ambiente. I
recenti provvedimenti e le iniziative di politica ambientale intraprese
dalla Comunità Europea o da altri organismi internazionali (Regolamenti
EMAS ed EcoLabel, la Politica Integrata di Prodotto IPP), l’introduzione
dell’ISO Norme della serie 14000 e, in particolare, quelle della serie
14020 e 14040 dedicate rispettivamente alle Dichiarazioni Ambientali di
Prodotto EPD) e alla LCA, hanno sicuramente costituito un ulteriore incentivo
per le imprese a dotarsi di procedure di controllo e di verifica dei rendimenti
energetici/ambientali dei propri processi, dall’implementazione di veri
e propri Sistemi di Gestione Ambientale (SGA) a richieste d’etichette
ecologiche sui propri prodotti o servizi, orientando di conseguenza la
ricerca applicata ad elaborare nuove tecniche in grado di soddisfare tali
esigenze. |
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